martedì, settembre 12, 2006

"La stella che non c'e'" - (イタリア映画)

E' appena finito il Festival del Cinema di Venezia e molti dei film presentati al festival inziano a essere proiettati nelle normali sale cinematografiche. Ieri ho visto "La stella che non c'e'", un film che non ha vinto alcun premio ma che mi interessava per molti motivi.

Il primo motivo e' la storia che il film racconta. Un impianto siderurgico di Genova viene venduto ad alcuni imprenditori cinesi. Un tecnico della manutenzione scorpe che l'impianto e' difettoso e per senso del dovere parte per la Cina a sue spese per portare un nuovo ingranaggio funzionante. L'uomo non conosce non sa nulla ne' della Cina ne' della lingua cinese ma ritrova la donna che a Genova aveva fatto da interprete per gli imprenditori cinesi. Accompagnato da lei, inizia un lungo viaggio alla ricerca della fabbrica che ha comprato l'impianto. Il viaggio si traforma in una esplorazione di un continente ancora sconosciuto in Occidente. La Cina viene presentata come un paese in grande sviluppo, in cui il nuovo si mescola al vecchio in maniera incredibile. E' un paese dai violenti contrasti: i grattacieli di Shangai e le case fatiscenti della provincia in cui vivono dieci persone; edifici ipertecnologici e camion vecchi di 30-40 anni che arrancano nel deserto; imprenditori padroni di fortune immense e bambini di 8-10 anni che lavorano nelle fabbriche per una ciotola di riso.


Il secondo motivo e' il regista, Gianni Amelio. Gia' autore di film seri come "Il ladro di bambini" (1992), "Lamerica" (1994), "Cosi' ridevano" (1998) e "Le chiavi di casa" (2004), Amelio e' un regista che puo' essere considerato uno degli eredi odierni di Rossellini. I suoi sono film a meta' fra documentario e fiction, mai ideologici ma sinceramente alla ricerca della comprensione dei fenomeni che affrontano.

Il terzo motivo e' l'attore protagonista, Sergio Castellitto. E' un attore che mi piace molto: comunicativo, intenso, sofferto, interpreta spesso figure di uomini in tensione, completamente immersi in un progetto esistenziale. Anche ne "La stella che non c'e'" Castellitto interpreta un uomo che crede a tal punto nel suo lavoro che parte a sue spese per la Cina per migliorare un impianto che e' gia' stato venduto. Simbolo della serieta' e dell'identificazione al limite estremo, Castellitto rappresenta anche l'Europa nei confronti della Cina: un continente che rischia di rimanere indietro nella corsa allo sviluppo del terzo millennio, un continente che possiede grandi e antiche conoscenze ma che non capisce piu' da che parte va la crescita del mondo.

Il risultato e' un film interessante, che fa capire qualcosa del vertiginoso sviluppo della Cina e delle condizioni terribili di arretratezza e di ingiustizia che accompagnano questo sviluppo. La stella che non c'e' e' quella della giustizia sociale ma, come dice il protagonista del film, non esiste una situazione in cui ci sono tutte le stelle. Alla fine del film, Castellitto e la sua interprete, diventati amici, si ritrovano insieme, soli di fronte al destino. Che ne sara' delle loro vite? Il film non ce lo dice, anche se speriamo che i fra i due nasca un amore accennato in molte parti del film ma mai realizzato ...




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